Storia antica: cenni storici sugli Ebrei

Origine degli Ebrei e partizione di loro storia

Verso l'anno 2300 a. C. avvenne una invasione di popolazioni turaniche dall'Elam o Susiana nella Caldea, che produsse una grave commozione tra i popoli ivi stanziati e numerose emigrazioni.

Una delle tribù emigrate dalla terra di Ur, sotto la guida del semita Tharé, risalì il corso dell'Eufrate e si arrestò in Harran. Abramo, figlio di Tharé, lasciò più tardi Harran, varcò l'Eufrate ed entrò nella Siria.

Dopo molte peregrinazioni si stanziò con la sua tribù al sud della Palestina presso Hebron. Questo sarebbe il nucleo primitivo, onde trasse origine il popolo ebreo.

La sua storia può ripartirsi in quattro periodi, de' quali i due primi hanno una cronologia molto incerta, più precisa i successivi. Essi sono:
  1. gli Ebrei da Abramo alla conquista della Palestina (2000-1500 a. C. ?)
  2. gli Ebrei dalla conquista della Palestina alla fondazione della monarchia (1500-1100 a. C. ?)
  3. l'apogeo della potenza ebraica sotto la monarchia unita (1097-978 a. C.)
  4. i regni divisi d'Israele (978-721) e di Giuda (978-588).
Gli Ebrei pastori in Canaan e nell'Egitto

Secondo la tradizione biblica Abramo rimase al sud della Palestina per tutta la vita, governando patriarcalmente la sua tribù dedita alla pastorizia. 

Da lui si separò il nipote Lot, che si stabilì nella feconda valle di Siddim bagnata dal Giordano, e per mezzo della figlia divenne stipite dei Moabiti e degli Ammoniti.

Il figlio Ismaele, nato ad Abramo dalla schiava Agar, fu cacciato dalla casa paterna ed emigrò nell'Arabia; da lui ripetono origine parecchie tribù arabe. 

Il figlio Isacco, avuto dalla moglie Sara, ereditò le possessioni paterne e propagò la sua famiglia coi figli Esaù e Giacobbe, natigli da Rebecca.

Esaù peregrinò a sud del mar Morto e fu stipite degli Edomiti.

Giacobbe (soprannominato Israele), rimasto nella terra di Canaan, ebbe dodici figliuoli: Ruben, Simeone, Levi, Giuda, Dan, Neftali, Gad, Aser, Issacar, Zabulon, Giuseppe e Beniamino. 

Il prediletto suo Giuseppe, venduto dai fratelli invidiosi ad una carovana di mercanti arabi, fu condotto in Egitto, quando già dominavano gli Hyksos. Giuseppe acquistò ben presto credito e potenza, e vi trasse i suoi fratelli, che si stanziarono nel paese di Goscen o Gessen del basso Egitto. 
Ivi dimorarono 430 anni, crescendo talmente di numero da contare 600.000 uomini atti alle armi. Finché dominarono gli Hyksos, gli Ebrei furono trattati bene; ricostituitosi il governo nazionale, vennero sottoposti a mille angherie. 

Ma sorse in mezzo a loro un uomo, Mosè, che liberò il suo popolo dall'oppressione, proponendosi di ricondurlo nella terra degli antenati (Palestina).

Mosè e gli Ebrei nella penisola del Sinai, legislazione

Mosè, per non essere impedito dagli eserciti egiziani allora vittoriosi in Asia, piegò verso l'estremo angolo settentrionale del golfo Heroopolitico e s'internò nella penisola del Sinai. Era con lui il fratello Aronne.

Gli Israeliti errarono lungamente per il deserto, esposti a guerra con alcune tribù nomadi (Amaleciti), a privazioni e a sofferenze d'ogni maniera, cause di gravi malcontenti e di recriminazioni contro i loro condottieri. 

È memorabile questo periodo della vita del popolo ebreo, perché, secondo la tradizione biblica, alle falde del monte Sinai fu promulgata da Jehova (Dio) per mezzo di Mosè la sua legge in dieci articoli (Decalogo), che furono incisi in due tavole di pietra, poi chiuse in un'arca gelosamente conservata in un tabernacolo.

Mosè inoltre, quale interprete della volontà divina, pubblicò altre numerose leggi, concernenti le credenze religiose, la forma del culto, l'ordinamento sociale e politico, il diritto civile e penale, e l'igiene. Caratteri essenziali di questa legislazione sono il monoteismo (fede in un Dio unico), e la teocrazia (diretto governo di Dio). 

Dopo quarant'anni di peregrinazioni gli Israeliti si avviarono verso la frontiera orientale della Palestina, tentando di penetrare nella valle del Giordano dall'altipiano orientale. Mosè morì sul monte Nebo ai confini della terra promessa.

Popoli della Palestina all'arrivo degli Ebrei e loro sottomissione

Quando gli Ebrei giunsero ai confini della Palestina, questa regione era abitata ad oriente del Giordano da tribù semitiche, della stessa stirpe degli Israeliti, come gli Edomiti, i Moabiti e gli Ammoniti; la valle del Giordano e la contrada ad ovest del fiume erano divise in parecchi Stati di Cananei, che la Genesi dice Camiti, sebbene il linguaggio appaia semitico; il lato sud del litorale era occupato dai Filistei, popolazione di stirpe ariana venuta dall'isola di Creta. 
A nord della Palestina già notavansi i Fenici sulla costiera, gli Aramei, e altre tribù cananee, fra le quali potenti gli Amorrei; a sud erano minacciosi gli Amaleciti del deserto.

Vivo ancora Mosè, gli Ebrei avevano conquistato la riva sinistra del Giordano; Giosuè, suo successore, valicò il fiume, vinse i Cananei, ne sterminò la maggior parte, e sopra il loro territorio stanziò il popolo d'Israele, ripartito in dodici tribù rispondenti al nome di dieci figli di Giacobbe (Ruben, Gad, Beniamino, Aser, Neftali, Zabulon, Issacar, Giuda, Dan e Simeone), e a quello dei due figli di Giuseppe (Manasse ed Efraim); i discendenti di Levi non ebbero un territorio continuo, ma città sparse con l'incarico del servizio religioso.

Morto Giosuè, le tribù presero a governarsi separatamente. Il rilassamento del vincolo politico fu causa del rilassamento religioso, onde avvenne che gli Ebrei dimentichi di Jehova spesse volte inclinarono verso l'idolatria, e scemarono di energia nella lotta contro i Cananei, ancora padroni dei luoghi fortificati, e contro i popoli finitimi.

In questo periodo di interno disordine e di varia guerra sorsero uomini ragguardevoli per valore e fede e talora per forza fisica, i quali riuscirono a sbandare i nemici e a richiamare gli Israeliti al monoteismo mosaico.
Il pericolo più grave e più frequente veniva dai Filistei, che in certi tempi riuscirono tanto formidabili da mettere a repentaglio l'esistenza stessa della nazione ebrea.

Questi uomini sono designati con nome di Giudici. Acquistarono maggiore fama tra di essi Godeone, vittorioso contro i Madianiti, Jefte trionfatore degli Ammoniti e degli Amorrei, Sansone forte campione contro i Filistei, il sommo sacerdote Eli, e il profeta Samuele liberatore degli Ebrei dall'oppressione filistea.

La Monarchia: regno di Saul

Il bisogno di assicurarsi contro i nemici esterni e i disordini interni indusse gli Ebrei ad abbandonare la repubblica federativa e a riunire le loro forze sotto una monarchia. Il primo re fu Saul, della tribù di Beniamino (1097-1058 ?). 

Egli si dimostrò guerriero ardito e valoroso, vincendo i Filistei, i Moabiti, gli Ammoniti, gli Edomiti e gli Amaleciti. L'orgoglio derivato dalla potenza lo spinse a respingere i consigli del vecchio Samuele, che prese a favorire l'ambizione di un giovine guerriero della tribù di Giuda, chiamato David.
Dapprima Saul cercò di amicarselo, dandogli in moglie la propria figlia; ma dipoi dominato dalla gelosia lo perseguitò, costringendolo ad una vita raminga ed avventurosa.

Saul, vinto in nuova guerra contro i Filistei, si uccise. Un suo figlio, di nome Isboseth, si proclamò re, ma la tribù di Giuda gli oppose David. Dopo una guerra civile di circa sette anni, Isboseth, tradito da' suoi, fu ucciso e David venne salutato re da tutto Israele.

Potenza del regno di David

Il regno di David rappresenta l'apogeo della potenza e della grandezza del popolo ebreo (1058-1019). David infatti, conquistata Gerusalemme fino allora in signoria dei Cananei, vi trasferì la sede del governo e l'arca santa, facendone in tal modo il centro religioso d'Israele, consolidando la monarchia e il sentimento nazionale.

Provvide ad un ordinato assetto dell'amministrazione civile, militare, giudiziaria ed ecclesiastica dello Stato. Respinse i Filistei, i Moabiti, gli Ammoniti, gli Edomiti e alcuni piccoli re della Siria Damascena, estendendo i dominii del popolo ebreo. Strinse relazioni amichevoli con gli Stati della Fenicia, specialmente con Hiram, re di Tiro. Compose i salmi, liriche sacre, che ne perpetuarono il nome anche nella tradizione religiosa cristiana. 

Fu però feroce contro i nemici, e sleale verso Uria, suo fedele generale, a cui procurò la morte e tolse la moglie Betsabea.

Ebbe la vita rattristata dalla ribellione di suo figlio Assalonne. Morì, lasciando bensì grande fama di sé, ma pericolante la tranquillità del regno per avere chiamato alla successione Salomone, avuto da Betsabea, trascurando i maggiori diritti di altri suoi figliuoli.

Splendore del regno di Salomone

Salomone occupò il trono con violenza, facendo perire il fratello Adonia e i suoi partigiani, ma tenne il regno in pace e quiete, mirando allo splendore del trono e alla prosperità generale (1019-978). 
Mantenne l'amicizia coi popoli finitimi; ordinò spedizioni marittime in unione coi Fenici dai porti del Mar Rosso verso l'Oceano Indiano (al paese di Ofir); intraprese grandi costruzioni, tra cui memorabile quella d'uno splendido tempio in Gerusalemme sotto la direzione di architetti fenici; ebbe fama di straordinaria sapienza, ed è reputato autore di parecchi libri filosofici e scientifici, tra i quali precipuo il Libro dei proverbi.

Il fasto e il gusto dei piaceri trassero però Salomone ad una vita molle e lussuriosa, lo distolsero talvolta dalla purezza della religione di Iehova spingendolo verso culti idolatri stranieri, e lo costrinsero a gravare di balzelli i sudditi, soprattutto a colpire lo scambio dei prodotti e il transito delle merci. Onde avvenne, che negli ultimi anni del regno di Salomone sotto l'apparenza di floridezza covavano gravi malcontenti e preparavasi lo sfacelo della monarchia davidica.

Divisione della monarchia nei regni di Giuda e d'Israele

Infatti, appena morto Salomone, si adunò a Sichem, nella tribù di Efraim, un'assemblea popolare, che domandò al figlio Roboamo, che gli succedette nel trono, la soppressione delle tasse più gravose e un governo più mite.

Il re rifiutò di condiscendere. L'assemblea proruppe in rivolta ed acclamò re Geroboamo, della tribù di Efraim. Così si spezzò l'unità nazionale e si formarono due regni. 
  • Gli insorti costituirono il regno di Israele, composto di tutte le tribù, eccetto Giuda e Simeone e qualche terra di Beniamino. Ebbe per sede Sichem, poi Thirza e infine Samaria. 
  • La frazione, che non partecipò alla sollevazione, dette origine al regno di Giuda; componevasi di questa tribù e di Simeone situato a mezzogiorno, oltre alcune città di Beniamino, fra cui Gerusalemme.
Il primo fu più vasto per territorio, ma ebbe minore durata per debolezza dinastica, per deviazione dalla religione mosaica, per la posizione difficile a difendersi e soprattutto per l'afforzarsi rapido di fiorenti Stati a' suoi confini.

Il secondo meno esteso e meno popoloso, retto da una dinastia non contrastata, fornito d'una forte città, qual era Gerusalemme, ove sorgeva il tempio di Salomone, custode dell'arca santa, più tranquillo all'interno, meno esposto agli attacchi esterni sopravvisse quattro secoli alla divisione della monarchia.

Vicende del regno d'Israele fino alla sua caduta

Il regno d'Israele durò circa due secoli e mezzo (978-721), e fu governato da sette dinastie diverse, sollevate e abbattute da rivolte militari e perturbazioni popolari. I suoi re volendo distogliere i sudditi da Gerusalemme, centro religioso della nazione, destinarono all'esercizio del culto luoghi appositi entro i confini del nuovo regno, e favorirono l'idolatria.

Si alzò allora la voce dei profeti (Elia, Eliseo, ec.), ostile all'ambizione e ai vizi dei re come all'adorazione degli idoli; perseguitati non si smarrirono d'animo e contribuirono a mantener vivo il monoteismo. 

Per oltre mezzo secolo Israele combatté aspramente il regno di Giuda; dipoi i loro principi si riconciliarono, e si strinsero relazioni di parentela tra la dinastia degli Omridi e la casa di David.

Caduti gli Omridi, rinacquero le ostilità, e Geroboamo II riuscì perfino ad espugnare Gerusalemme. Questo re combatté pure felicemente gli Stati della Siria e specialmente il re di Damasco, ed elevò a potenza il regno d'Israele. 

Sorgeva intanto ad est dell'Eufrate la monarchia assira avida di conquiste. Eccitati i re Assiri dai re di Giuda invasero a più riprese il territorio d'Israele, finché Salmanasar V pose assedio alla capitale Samaria, che venne espugnata dal suo successore Sargon (721).

Cadde con Samaria il regno d'Israele, e gran parte della sua popolazione fu deportata nell'Assiria.

Vicende e caduta del regno di Giuda

Non mancarono anche nel regno di Giuda le discordie intestine, i re prepotenti e le tendenze idolatriche, contro cui si elevarono i profeti (Isaia, Geremia, ec.); però in complesso fu più pacifico il governo e più stabile l'ortodossia.

Caduto Israele, Giuda dovette pagar tributo all'Assiria. Tentò il ricupero dell'indipendenza alleandosi con l'Egitto, ma le invasioni dei re assiri Sennacheribbo ed Esar-Haddon lo costrinsero alla soggezione.

La potenza assira fu distrutta nel 625 a. C. e Giuda risorse. Ma Necao, re d'Egitto, rinnovando le spedizioni delle dinastie guerriere nell'Asia, prostrò a Megiddo il re Giosia e lo rese tributario.

Necao fu dipoi vinto a Circesio dal re babilonese Nabucodonosor, e il regno di Giuda cambiò padrone. Mostrandosi ribelle, fu domato: presa Gerusalemme, fatto prigioniero il re Ioachim, e preposto al regno Sedecia. Questi, fidando nell'alleanza con re d'Egitto Apries, si rivoltò; allora i babilonesi mossero su Gerusalemme e la distrussero; il re e il popolo furono deportati nella Caldea; il regno di Giuda scomparve (588 a. C.).

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