Civiltà dei Fenici. Religione e società, politica ed economia

Fenici. Credenze religiose e culto

La religione dei Fenici consisteva nell'adorazione delle forze della natura, e dei suoi esseri viventi; in particolare, quelli più attivi. Il dio principale era Baal, adorato come generatore, conservatore e distruttore dell'universo (Adon, Chon, Moloch).

Associata a Baal era la divinità femminile Baaleth, denominata a Sidone Astoreth.
Figlio di Baal è Melkarth (Ercole), il dio che si manifesta ed opera nel mondo, il culto del quale fu diffuso dai Tirii in tutto il bacino del Mediterraneo.

Da queste divinità supreme discendono le divinità inferiori, le quali altro non sono che gli attributi del Dio personificati o i fenomeni, in cui esso rivela la sua potenza. La varietà dei nomi, con cui nelle diverse città si adoravano gli stessi dei, contribuì alla diffusione del politeismo fenicio.

Nei tempi più antichi il culto era molto semplice; in seguito si perfezionò con la costruzione di templi sontuosi. Gli dei erano rappresentati in colonne, sotto forma di animali o in figura umana con corpo di animale. Si propiziavano gli dei con i sacrifici di greggi e di uccelli. Talora ricorsero pure al sacrificio di innocenti fanciulli, specie in occasione di grandi imprese o pubbliche calamità, e talvolta le feste degenerarono in orge.

Fenici. Condizione sociale e costituzione politica

Tra i Fenici non appaiono classi sociali cosi distinte come in Egitto; era però ammessa la schiavitù. Tra i liberi si distinguevano i lavoratori dai ricchi mercanti, che formarono un'aristocrazia del denaro; non di rado furono vive le lotte sociali, causa di mutamenti politici e di emigrazioni.

Politicamente la Fenicia fu divisa in molti Stati, talora indipendenti, talora confederati e talvolta soggetti alla supremazia d'uno di essi. In tutti i tempi però prevalse la forma monarchica ereditaria, con autorità gestita dai più ricchi e nobili, raccolti in senato, e, forse, anche da assemblee popolari.
Come le condizioni sociali, così anche le politiche furono di frequente causa di disordini, anzi accadde persino, come si è visto, che talune città, per odio contro l'egemonia di Sidone o di Tirio, facessero causa comune con gli stranieri invasori per abbatterle.

Fenici. Lettere, arti, agricoltura, industria e commercio

Della letteratura fenicia non ci sono pervenuti documenti utili per poterne dare un sicuro giudizio; è noto però che i Fenici furono gli inventori e propagatori del primo alfabeto fonetico derivato dalla scrittura ieratica egiziana, trasmesso dai Greci e dagli Italici ai popoli moderni.
Si rammenta bensì un certo Sanconiatone di Berito, vissuto in tempi antichissimi, autore di una storia fenicia; ma non è neppure accertata la sua esistenza.

L'arte riscontrabile negli scarsi monumenti superstiti non offrono caratteristiche originali, sono più che altro imitazione degli Egiziani e degli Assiri.

L'agricoltura era maggiormente diffusa nella zona intermedia tra il litorale e la catena del Libano, ma non sarebbe bastata ai bisogni del paese.

Diversificata fu invece l'attività industriale, specialmente nella costruzione delle navi e degli attrezzi navali, nelle fabbriche di porpora, nell'industria vetraria, nella ceramica, nella metallurgia, nei mobili di legno, nell'oreficeria.

I Fenici furono i primi popoli dell'antichità nella navigazione, nella colonizzazione e nel commercio, vero anello di congiunzione del mondo asiatico con l'Africa e con l'Europa.

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